Undici non più undici

Circa le idi di Settembre, di non molti anni fa, che sto a casa mia, che sono intento davanti all’elaboratore ad invadere la Francia (gioco a Civilization III, non è per davvero), frammezzo a lavori seri (forse, non garantirei), che, porca troia ora a ‘sti stronzi gli tiro la bomba atomica!, trilla il telefono.

È F., mi fa: ma la stai vedendo la televisione? Sta accadendo l’incredibile: così e così…

Accendo e c’è ‘sta scena da film catastrofistico di serie B: grattacieli in fiamme, polizia, pompieri, gente che si getta di sotto.

Anche se poi ne fanno film, ne faranno anche circa le vicende posteriori, tanto che viene il sospetto che i copioni siano antecedenti (alle catastrofi e alle disgrazie, dico), nel preciso momento che si vede in tv sta accadendo davvero, aerei dirottati da terroristi sono arrivati fin sopra New York e sono andati ad infrangersi contro dei veri e propri simboli dell’establishment degli States, perfino, si dice, al Pentagono.

Sono stordito: potrebbe essere la fine del mondo!

Esco di casa per respirare l’aria che c’è in giro, mi pare d’essere atterrato a Marte, si respira faticosamente, ogni passo costa dispendi d’energia insormontabili; la gente finge di andare avanti a vivere normalmente, serenamente direi, o, forse, non fingono, se ne fregano proprio, chissà?

Il discrimine alle volte è labile, a Grosseto non si capisce bene, e la capitale dell’impero è lontana, e poi finché è ancora così caldo è possibile andare al mare, il sole, si sa, mette allegria.

M’incammino verso il centro, incontro F., cominciamo a parlare di ciò che abbiamo visto fino a poco fa: sono stati gli arabi di Al Qaeda, senz’altro, ma chissà la CIA, il Mossad? E ora? E ora cosa accadrà?

Parlando, parlando, saliamo sopra le fortificazioni medicee, c’è la festa del “Giornale fondato da Antonio Gramsci”, ci addentriamo tra stand del “porcellino”, tombola, ristoranti.

L’atmosfera è triste, ma è così da tempo, non c’entra la tragedia.

Mi prende la nostalgia, con F. c’abbiamo passato tantissimo tempo lì, a lavorare, a imbriacarsi, a vedere parecchi spettacoli bellissimi.

Non sono rimpianti del tempo che è stato, chi se ne frega!

È che fa proprio schifo ora!

perciò per la giornata odierna è sospesa ogni attività ricreativa…, fa l’altoparlante.

È da anni che sono sospese le attività ricreative, ci diciamo con F.

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