Idrolabile

Che l’avevo raccontato, precedentemente, quando sono stato operatore al depuratore dell’acquedotto del comune suburbano? Quella faccenda che ho trovato Pelù che, come me, vedeva un match nell’arena del capoluogo?

Un lavoro non male, dovevo per otto ore stare là e controllare che tutto andasse a modo, c’era un turno all’alba, uno preserale e la notte, però poteva andare.

Alternare le condutture del cloro, che le consuma, lavare tutto un complesso che lavora come un enorme colapasta, eccetera.

Ché l’acquedotto è fatto, pressappoco, a questo modo: c’è, per forza, una pompa che pesca acqua zozza da un corso d’acqua (molto zozza trattando d’Arno) per versarla tutta dentro una vasca grande grande dove va anche l’Alpoclar, che però è la marca forse, comunque un composto che abbatte tutte le porcate che flocculano, scendono sul fondo come neve, uno spettacolo seducente, neve dentro l’acqua!, un fenomeno che per ore uno potrebbe stare stupefatto a guardare, cosa che facevo d’altronde.

Dopo l’acqua è costretta attraverso tubature, fusto dopo fusto depurata passando tra carbone e rena del mare.

Conclude questo percorso, l’acqua, nella vasca dove a palate scende del cloro, noce moscata un velo, cannella, ed è pronta per l’utente dell’acquedotto.

Da sapere è, però, che se mandata all’opposto l’acqua serve per lavare tubature, fusto, eccetera. Farlo però consuma acqua, naturale.

Va fatto una catena per volta, a notte ché c’è meno consumo.

Ora, però, succede che una notte avevo due palle, che non sapevo cosa fare per davvero, e dopo una lavatura penso che se ne poteva fare anche un’altra, che l’acqua c’era, potevo fare anche la seconda catena, che m’avrebbero detto: Ma bravo! Ben fatto!

E allora che s’aspetta? Sono o non sono compreso dalla cultura del fare (del fare cazzate, talvolta) che permea questo paese che evolve? Forza, su.

All’alba prese a mugolare, povero telefono: Devo andare a lavoro! Devo preparare un caffè! Non c’è acqua! Devo fare un bagno!

Facevo la spola tra vasca del cloro e quella dell’Alpoclar, che restava seducente,ma m’accorgevo con quel torbo a neve che scende lemme lemme…ma troppo, Gesù…non ce la fa a colmare la vasca a questo modo.

Per l’appunto non la colma, ancora alle otto l’acuto verso del telefono avverte d’un paesano sdegnato.

Saluto con tanta contentezza l’atteso subentro, sono logorato, sogno soltanto un bombolone con la crema ed un bagno caldo.